Tecnologie digitali e neuro-marketing elettorale. A proposito di una possibile regolamentazione delle nuove forme di propaganda politica

Dottore di ricerca. Scuola Europea di Studi Avanzati di Napoli

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Abstract

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Sebbene certamente funzionale a garantire una più matura espressione di voto da parte dell’elettorato, da sempre la propaganda politica a fini elettorali è stata indagata dalla dottrina soprattutto in ragione dei rischi che, in termini di mancata consapevolezza da parte degli aventi diritto al voto ovvero di distorsione e/o corruzione del sistema di partecipazione democratica, tale attività naturalmente trascina con sé quale effetto di una sua non adeguata regolamentazione. Peraltro, tali preoccupazioni, già largamente diffuse al tempo dei mass media, e mai totalmente sopite dall’approvazione dell’ormai risalente normativa sulla par condicio, sono oggi inevitabilmente destinate ad amplificarsi, anche in misura significativa, in conseguenza degli sviluppi delle indagini neuroscientifiche (e di genetica comportamentale) e dell’impiego, assai diffuso, delle tecnologie web 2.0. Le possibilità “predittive” delle condotte dei singoli promesse dagli studi sulla struttura e sulle reazioni cerebrali, soprattutto per come possono essere veicolate ed influenzate dalla rete, pongono, infatti, non pochi dubbi circa la tenuta della “libertà” e “segretezza” quali tratti caratterizzanti il diritto costituzionale al voto, e sollecitano pertanto la posizione di nuove regole, utili a garantirne un esercizio ancora rispettoso delle prescrizioni fondamentali in tema. Ad oggi, tuttavia, i tentativi di regolamentazione esperiti allo scopo sono parsi insufficienti. Più che misure in grado di offrire risposte esaustive alle problematiche accennate, da essi emergono delle semplici linee di tendenza, il cui sviluppo è certamente legato ad un sempre più significativo intervento in ambito dei soggetti che operano in Rete, delle Istituzioni e delle Autorità di controllo, ma soprattutto dalla capacità che questi dimostreranno nel mettere in campo strategie di contrasto della disinformazione condivise sia a livello nazionale che europeo, nell’auspicabile prospettiva della posizione di regole ad hoc.

Proiettata in questa direzione, la riflessione viene peraltro condotta nella consapevolezza della “precarietà” di qualsiasi conclusione possa oggi formularsi sul punto, stante, al contempo, il carattere ancora sperimentale degli studi neuroscientifici e di genetica comportamentale e l’incessante divenire delle tecnologie informatiche, telematiche e digitali, continuamente plasmate dal contesto economico, sociale, e politico in cui vengono utilizzate.

En

Although certainly functional to guarantee a more mature voting expression by the electorate, political propaganda for electoral purposes has always been investigated by doctrine mainly because of the risks that, in terms of lack of awareness on the part of those entitled to vote or distortion and/or corruption of the democratic participation system, this activity naturally drags with it as an effect of its inadequate regulation. Moreover, these concerns, already widespread at the time of the mass media, and never totally appeased by the approval of the now dating legislation on the level playing field, are inevitably destined to amplify, even significantly, as a consequence of the developments in neuroscientific investigation (and behavioral genetics) and the widespread use of web 2.0 technologies. The “predictive” possibilities of the conduct of the individual promises from studies on structure and brain reactions, especially as they can be conveyed and influenced by the network, in fact, pose many doubts about respect for “freedom” and “secrecy” as traits characterizing the constitutional right to vote, and therefore solicit the position of new rules, useful to ensure that they are still exercised in compliance with the fundamental provisions on the subject. To date, however, the attempts at regulation made for this purpose have seemed insufficient. More than measures capable of offering exhaustive answers to the problems mentioned, simple trends emerge from them, the development of which is certainly linked to an increasingly significant intervention in the sphere of the subjects operating on the Net, the Institutions and the Supervisory authority, but above all by the ability they will demonstrate in putting in place strategies to combat disinformation shared both at national ad European level, in the desirable perspective of the position of ad hoc rules.

Projected in this perspective, the reflection is also conducted in the awareness of the “precariousness” of any conclusion that can be formulated on the present point, currently, the still experimental character of neuroscientific and behavioral genetics studies and the incessant becoming of information technology, telematics and digital, continuously shaped by the economic, social and political context in which they are used.

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