Sull’equilibrio costituzionale dell’Unione europea. La costituzione “nata dal cambiamento” e i limiti alla priorità applicativa del diritto sovranazionale

Investigador Posdoctoral Visitante, Departamento de Derecho Público I y Ciencia Política Università Rey Juan Carlos, Madrid

Continua su PDF

Abstract

Ita

Pur circondato da una crescente conflittualità, il diritto dell’Unione va esprimendo una pretesa normativa rafforzata in settori di cruciale sensibilità politica, come l’Unione monetaria e la difesa dello Stato di diritto. Tale pretesa non si basa su una visione generale dell’Unione come polity unitaria; piuttosto insegue argomenti di carattere etico – per cui l’integrazione è fine in sé – o interpreta l’apertura degli ordinamenti nazionali alla stregua di un’auto-rottura costituzionale, à la Carl Schmitt. Questo lavoro vuol illustrare i concetti giuridici che a tal pretesa conferiscono efficacia normativa, e che tengono assieme Unione e Stati in un equilibrio costituzionale incentrato sull’esercizio democratico della sovranità nazionale e sulla protezione equivalente dei diritti fondamentali. Mettendo in relazione “poteri” e “diritti”, tale equilibrio difende l’elemento volontaristico a sostegno del diritto dell’Unione, le cui norme risulterebbero sprovviste di efficacia obbligatoria ove carenti di base giuridica adeguata alla sensibilità politica degli effetti che pretendono di esprimere in capo ai destinatari.

En

Reiterated, yet controversial claims for Union law’s primacy in an ever-expanding array of cases are being raised in crucially sensitive areas – namely, EMU and rule of law. Such claims seem detached from a general constitutional view of the Union; rather, they rely on moral arguments, or interpret the openness of national constitutions towards the international sphere as constitutional self-rupture in Schmitt’s terms. This work holds that all such views work as ex-post descriptions of the integration-through-law consequences – which cannot, as a corollary, be explained in light of the Union’s general constitutional arrangements, but lay in the operability of certain concepts whose capacity to overturn the interpretive criteria for international law have perhaps been overlooked. In this light, the Union rests on a constitutional balance that comprises the Member States and the common supranational framework since the Maastricht Treaty. Tying respect for democratically-exercised sovereignty to equivalent protection of fundamental rights, this balance is disrupted by enhanced claims for primacy as no support from the (peoples of the) States is sought and no equivalent protection of rights is recognised, law’s voluntarist element being on the way to suppression.