Abstract
Ita
Il contributo prende le mosse da un dibattito recente sul tema di una presunta egemonia “giuridica” tedesca in Europa e analizza le premesse culturali e intellettuali del concetto di egemonia, con particolare riferimento al pensiero di Antonio Gramsci e a quello di Heinrich Triepel. Dopo un’introduzione in cui si evidenzia l’interesse per questo tema anche nell’ambito degli studi comparativi (par. 1), viene esaminata la concezione gramsciana di egemonia, in relazione all’idea di stato “allargato” e alla visione del diritto proprie dell’autore sardo (par. 2). Si approfondisce poi la tensione, interna ai Quaderni del carcere, tra cosmopolitismo e nazionale-popolare (par. 2.1). In seguito si indaga il metodo giuridico triepeliano, antipositivistico ma ben radicato nella tradizione statualistica tedesca (par. 3). Segue un esame del suo concetto di egemonia, con particolare riguardo alle relazioni interstatali (par. 3.1). Le conclusioni (par. 4) sottolineano i punti di contatto ma anche le differenze tra i due autori, sul piano metodologico ma anche politico. Sviluppano poi alcune considerazioni relative al modo in cui il loro pensiero è stato più o meno presente nel dibattito sull’egemonia “giuridica” tedesca, mostrando come l’influenza di Triepel sia stata prevalente, ma anche come difficilmente si possa articolare un discorso sull’egemonia isolando il piano giuridico da quello politico e socio-economico.
En
The essay takes inspiration from a recent debate on an alleged German “legal” hegemony in Europe and analyses the cultural and intellectual premises of the concept of hegemony, with special attention to the thought of Antonio Gramsci and Heinrich Triepel. In the introduction (par. 1), the relevance of the issue for comparative studies is shown. The following part examines the Gramscian concept of hegemony, with reference to his idea of an “enlarged” state and to his perspective on the law (par. 2). The tension between cosmopolitanism and the national-popular in the Prison Notebooks is then explored (par. 2.1). As for Triepel, his legal method is studied, which appears antipositivist but deep rooted in the German state tradition (par. 3). Also, his concept of hegemony is investigated, with a particular focus on inter-state relations (par. 3.1). In the conclusion (par. 4), commonalities and differences between the two authors are outlined, both from a methodological and from a political point of view. Furthermore, some considerations are developed concerning how their thought has been more or less present in the current debate on the German “legal” hegemony. It is explained that Triepel’s influence has been prevalent, but also that a discourse on hegemony can hardly be articulated separating the legal sphere from the political and socio-economic ones.