Organi politici e poteri indipendenti: un rapporto sempre più difficile*

già Ordinario di Diritto amministrativo. Università degli Studi di Perugia

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Abstract

Ita

Il saggio ricostruisce alcune vicende significative del difficile rapporto tra organi politici (la “politica”) e i poteri indipendenti in Italia: da quelli la cui indipendenza è garantita dalla Costituzione (magistratura, qui soprattutto penale, e Corte dei conti) a quelli, le autorità amministrative indipendenti, frutto di scelte del legislatore ordinario. Nel campo penale si segnala il ritorno alla centralità della repressione penale dei comportamenti dei funzionari pubblici rispetto alla prevenzione amministrativa, con una nuova drammatizzazione del ruolo dei giudici (e con tentativi di ridurne l’indipendenza). La Corte dei conti oscilla tra spinte alla nuova valorizzazione come nuove gendarme dei conti pubblici a tentativi di riduzione del suo ruolo. Per le amministrazioni indipendenti si esamina il caso dell’Autorità nazionale anticorruzione, creata su pressione internazionale, ma mai veramente potenziata con una coerente politica legislativa. Si cerca di avanzare alcune ipotesi per spiegare l’alternarsi di scelte di rafforzamento di questi poteri e di scelte che mirano a delimitarne l’esercizio. Spiegazioni generali, che riguardano i mutamenti in atto a livello globale nel rapporto tra la politica, sempre più tecnicizzata e priva di reali scelte alternative nella cura dei diritti, e i poteri indipendenti, utili se funzionali al rispetto della legge (e al controllo sociale), fonti di possibile resistenza verso uso del potere contrari all’imparzialità e alla cura dell’interesse pubblico individuato dalla legge. Spiegazioni particolari per l’esperienza italiana condizionata fortemente da un uso strumentale dei vincoli che dall’esterno limitano le scelte della politica nostrana, da una piegatura antidemocratica conseguente alle riforme in senso maggioritario dell’elezione degli organi politici, da un uso sistematico e indiscriminato dell’emergenza, a giustificare deroghe, concentrazione anomale di poteri, ridimensionamento del ruolo delle istituzioni democratiche.

En

The essay reconstructs some significant events of the difficult relationship between political bodies (the “politics”) and the independent powers in Italy: from those whose independence is guaranteed by the Constitution (judiciary, especially here criminal justice, and the Court of Auditors) to those, the independent administrative bodies, which are the result of choices made by the ordinary legislator. In the criminal field, we note the return to the centrality of the criminal repression of the behavior of public officials with respect to administrative prevention, with a new dramatization of the role of judges (and with attempts to reduce their independence). The Court of Auditors oscillates between pushes for a new strengthening of its role as a “new policeman” of public accounts to attempts to reduce its role. For independent administrations, we examine the case of the National Anti-Corruption Authority, created under international pressure, but never truly strengthened with a coherent legislative policy. We try to put forward some hypotheses to explain the alternation of choices to strengthen these powers and choices that aim to limit their exercise. General explanations, which concern the changes taking place at a global level in the relationship between politics, increasingly transformed in a technical exercise and devoid of real alternative choices in the protection of rights, and independent powers, useful if functional to increase the formal respect for the law (and the social control), and at the same time sources of possible resistance towards uses of power contrary to impartiality and to the care of the public interest identified by law. Particular explanations are sought for the Italian experience, strongly conditioned by an instrumental use of constraints that limit the choices of our politics from the outside, by an anti-democratic bent following the majoritarian reforms of the election of political bodies, by a systematic and indiscriminate use of emergency, to justify exceptions, anomalous concentration of powers, downsizing of the role of democratic institutions.