1. «Le categorie del capitalismo – mercato, competizione, efficienza, professionalità, rendimento ed altre», ha osservato Irti, «sono ormai categorie di un unico pensare: esse invadono i campi più diversi, dai servizi pubblici alla vita domestica, dalla scuola alla sanità, dalle iniziative culturali alle pratiche religiose. Il mondo, che ci sta intorno e in cui trasciniamo la nostra esistenza, ci appare, e vuole apparire, come un’immensa e unica impresa»[1].