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Abstract
Ita
Lo scritto affronta il problema della libertà di parola e di informazione nell’età digitale, mettendo a confronto i Paesi liberal-democratici e i Paesi illiberali. Nella prima parte del contributo si mostra come nei Paesi democratici le piattaforme e i social media, attraverso gli algoritmi, confezionano messaggi ad hoc sui vari destinatari e li racchiudono in echo chamber. Ciò determina una crescente polarizzazione fra gli utenti che spesso li spinge a ricorrere all’hate speech e limita fortemente il free marketplace of ideas. Preso atto delle appena menzionate problematiche, il legislatore europeo si è impegnato a regolamentare il potere dei giganti del Web dando vita al Digital Service Act. Nella seconda parte è affrontato il problema dell’uso strumentale della rete da parte dei regimi autoritari, con particolare riferimento alla Federazione russa. La Legge federale n. 90 del 2019, denominata Programma nazionale di economia digitale, ha gettato le basi dell’Internet russo (RuNet) separato dalla struttura globale di Internet. Attraverso RuNet la Federazione russa non soltanto potrà proteggere la sicurezza nazionale per evitare cyber attacchi (obiettivo ufficiale), ma avrà anche la possibilità di sorvegliare i cittadini russi, obiettivo non certamente secondario della legge sull’Internet sovrano russo.
En
This essay deals with the problem of freedom of speech and information in the digital age by comparing liberal-democratic countries and illiberal countries. The first part of the paper shows how platforms and social media in democratic countries create ad hoc messages on the various receivers and enclose them in echo chambers through algorithms. This leads to a growing polarization among users that often pushes them to recourse to hate speech and severely limits the free marketplace of ideas. Bearing this in mind, the European legislator has committed itself to regulating the power of Tech Giants by drafting the Digital Service Act. In the second section the issue of the instrumental use of the network by authoritarian regimes is addressed, with particular reference to the Russian Federation. Federal Law No. 90 of 2019, referred to as the National Program of Digital Economy, laid the foundations of the Russian Internet (RuNet) as opposed to the global structure of Internet. Through RuNet the Russian Federation will not only be able to protect national security and avoid cyber-attacks (official target), but will also have the opportunity to monitor Russian citizens, which certainly does not represent a secondary objective of the Russian sovereign Internet law.
di Marco Marazzini
Dottorando in Diritto costituzionale
Università degli Studi di Genova
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Abstract
Ita
L’articolo indaga, dal punto di vista del diritto, la politica degli Stati Uniti verso i due grandi Stati sconfitti della Seconda Guerra Mondiale, la Germania e il Giappone. Partendo dalle ricerche dello storico del diritto Rande Kostal e dagli scritti dei giuristi Karl Loewenstein ed Helmut Quaritsch, il tema viene sviluppato in rapporto al tentativo statunitense di creare nei due Paesi occupati quelle istituzioni legali in grado di assicurare la transizione a un regime liberal-democratico, in particolare una magistratura indipendente. Come si cercherà di dimostrare, il progetto andò incontro a un sostanziale insuccesso, non solo per la resistenza delle élite giuridico-amministrative degli Stati sconfitti, ma anche per l’oscillare della stessa politica statunitense tra le opposte esigenze dettate dai propositi di una «occupazione trasformativa», da un lato, e di un «national security liberalism», o di una politica di potenza, dall’altro. Lo studio delle ragioni del fallimento americano nel Secondo dopoguerra si potrebbe rivelare, in questa prospettiva, ancora oggi utile per comprendere i limiti che ha incontrato il trapianto delle istituzioni tipiche del liberalismo, politico e giuridico, in contesti diversi da quello d’origine.
En
The essay investigates United States legal policy towards the two major defeated states of the Second World War, Germany and Japan. Starting from the research of the legal historian Rande Kostal and the writings of the jurists Karl Loewenstein and Helmut Quaritsch, the theme is developed in relation to the United States attempt to create in the two occupied countries those legal institutions capable of ensuring the transition to a liberal-democratic regime, in particular an independent judiciary. As will be shown, the project met with substantial failure, not only because of the resistance of the legal-administrative elites of the defeated states, but also because of the oscillation of United States policy itself between the opposing demands dictated by the intentions of a «transformative occupation», on the one hand, and a «national security liberalism», or power politics, on the other. In this perspective, the study of the reasons for American failure in the post-World War II period could prove still useful today to understand the limits encountered in transplanting the typical institutions of liberalism, both political and legal, into contexts other than the original one.