ABSTRACT
ITA
Lo scritto tenta di mettere in luce, attraverso una puntuale ricostruzione degli accadimenti, come le modalità attraverso le quali si è realizzato l’accordo di governo tra il Movimento 5 Stelle e la Lega, dopo il voto politico del marzo 2018, hanno nei fatti creato nell’ordinamento italiano il presupposto per un indebolimento strutturale in particolare del ruolo del Presidente del Consiglio. La logica schiettamente e inevitabilmente politica (che dunque sconta convenienze oggettive in favore dei partiti e movimenti e, ancor più, dei rispettivi leader che hanno da-to vita all’intesa di maggioranza) ispiratrice del “contratto per il governo del cambiamento”, pur essendo da sempre sperimentata nel sistema parlamentare italiano, finisce per non essere innovata positivamente in virtù di tale accordo. Anzi, essa si ripercuote negativamente e per molti aspetti impropriamente tanto sul c.d. principio monocratico tanto su quello c.d. collegiale (così come configurati, nella dialettica tensione tra loro, dalla normativa costituzionale vigente) in tema di funzionamento dell’organo governativo. La stessa mediazione offerta dal Presidente della Repubblica, come pure le sue “sollecitazioni” al fine di consentire l’emersione di una maggioranza governativa, sono sembrate ispirate da un eccesso di preoccupazioni di natura politica. Tuttavia, a seguito dell’improvvisa crisi aperta dalla Lega agli inizi di agosto, di cui si dà conto nel post-scriptum, si è formato un diverso Governo (sostenuto da altra maggioranza parlamentare) che sembrerebbe consentire il recupero del significato più appropriato da riconoscere nell’ordinamento costituzionale vigente al Presidente del Consiglio (il quale curiosamente non è stato cambiato rispetto alla precedente circostanza).
EN
The essay aims to highlight how the government agreement concluded after the 2018’s election between the Five Stars Movement and the Lega has engendered a structural weakening of the role of the Prime minister. The pure political logic behind this pact (that implies objective interests for both, the majority parties and movements and their leaders) is consistent with the tradition of the Italian parliamentary system but it does not fit any positive innovation of it. Indeed, such a contractual logic affects – in many respects and improperly – the “monocratic principle” and the “collegial principle” both of them enshrined, within their dialectical relationship, by the Italian constitutional system in reference to the functioning of the government. Accordingly, the intermediation of the President of the Republic as well as his “requests” in order to allow the creation of a governmental majority seems to imply an excess of political concerns. However, after the sudden political cri-sis initiated by the Lega at the beginning of August, which is described in the post scriptum, a new Government was formed (supported by a different parliamentary majority) and it seems to allow to recognize again the right role of the Prime minister (which curiously has not been changed) in the constitutional legal system.