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Abstract
Ita
La democrazia diretta è un tema, che continua a sollevare molte discussioni, sul piano politico e in sede accademica. La domanda di fondo è se il ricorso ad alcune sue particolari forme possa esser utile a rinnovare e rivitalizzare la democrazia rappresentativa. Questo studio si sofferma sul caso della Valle d’Aosta. È un caso esemplare, poiché nella regione alpina si è sperimentato in diverse occasioni il ricorso al referendum propositivo, uno strumento di partecipazione spesso evocato anche a livello nazionale. Sulla sua efficacia sembra pesare però sia la diffidenza della classe politica, sia la sopravvalutazione di chi vuole servirsene. Resta pertanto il dubbio se serva a ricucire la frattura tra istituzioni rappresentative e i cittadini, o se serva ad aggravarla.
En
Direct democracy is a topic that continues to generate extensive discussion, both in political and academic circles. The fundamental question is whether the use of certain forms of it can be useful in renewing and revitalizing representative democracy. This study focuses on the case of the Aosta Valley, which serves as an illustrative example. The Alpine region has experimented with the use of propositional referenda on several occasions, an instrument of participation often invoked at the national level as well. However, its effectiveness seems to be hindered by both the distrust of the political class and the overestimation of those who wish to utilize it. Therefore, the question remains whether it serves to bridge the gap between representative institutions and citizens or whether it exacerbates it.