Abstract
Prendendo le mosse da una rivalutazione del contributo che può venire dalla letteratura allo studio delle transizioni costituzionali, lo scritto analizza la specificità del discorso letterario della Resistenza italiana e il suo ruolo nella costruzione del paradigma antifascista. Attraverso l’analisi delle opere letterarie di Fenoglio, di Calvino e di Meneghello, vengono messi in luce alcuni caratteri di fondo dell’esperienza resistenziale (l’antiretorica, la violenza, l’aclassismo, l’autonomismo) che sono rimasti nascosti nei dibattiti politico-giuridici a causa, tra le altre cose, di una forte ipoteca partitica su tutto il fenomeno in questione. Rivalutarne il messaggio oggi, mettendo in luce la tensione tra le istanze morali e le ricadute istituzionali, vuol dire evidenziare la persistente vitalità di quell’esperienza e, con essa, la sua capacità di dare nuovi significati ad alcune premesse di fondo della costituzione repubblicana.
Moving from the assumption that literature improves a deeper understanding of constitutional transitions, the essay investigates the contribution of Italian novels on Resistance (1943-1945) and their role in the making of an ‘anti-fascist paradigm’. In the major works of Beppe Fenoglio, Italo Calvino and Luigi Meneghello the historical and political turmoil of those years has been highlighted with some basic traits (non-bombast, violence, classlessness, self-governement) that remained largely obscured in legal and political debates, mainly because of the role played by political parties as heirs of that movement. A critical reappraisal of that contribution requires to take into account the tension between the moral issues and the institutional underpinnings that shaped that experience, so that its vitality and its influence on Italian constitutionalism can be reinforced.