Il Presidente del Consiglio dei ministri e la verticalizzazione del potere nella forma di governo parlamentare

Assegnista di ricerca in Diritto costituzionale. Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

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Abstract

Ita

Il contributo analizza l’evoluzione storica, giuridica e politica del Presidente del Consiglio dei Ministri in Italia, evidenziando il processo di verticalizzazione del potere nell’ambito della forma di governo parlamentare. Inizialmente concepito, durante il periodo liberale, come quello di un primus inter pares, il ruolo del Presidente del Consiglio è stato oggetto di un progressivo accentramento di funzioni e di competenze, culminato sotto il regime fascista con l’istituzione della figura del Capo del Governo. La forma di governo parlamentare prevista dalla Costituzione repubblicana del 1948, invece, si caratterizza per la sua tendenza equilibratrice e per lo spazio lasciato alla prassi e alle convenzioni tra le forze politiche. Negli ultimi decenni, il rafforzamento del ruolo del Presidente del Consiglio è stato sancito da normative come la L. n. 400/1988 e il decreto legislativo 303/1999 e da emergenze quali la pandemia e l’attuazione del PNRR, che hanno conferito ampi poteri a questa figura istituzionale. Le proposte di riforma costituzionale per l’introduzione del “premierato” con elezione diretta del Presidente del Consiglio sollevano interrogativi sul mantenimento degli equilibri istituzionali e sulla trasformazione della democrazia parlamentare in una democrazia d’investitura. Pur riconoscendo il valore della stabilità dell’azione di governo, lo studio sottolinea i rischi collegati a meccanismi di iper-razionalizzazione e l’importanza della flessibilità del sistema parlamentare attuale.

En

The paper examines the historical, legal, and political evolution of the role of the Prime Minister in Italy, highlighting the process of power centralization within the parliamentary system of government. Initially conceived, during the liberal era, as a primus inter pares, the role of the Prime Minister has been the subject of a progressive centralization of functions and competences, culminating in the establishment of the position of Head of Government under the Fascist regime. Conversely, the parliamentary system outlined by the 1948 Republican Constitution is characterized by its balancing tendencies and the flexibility afforded to practices and conventions among political forces. In recent decades, the strengthening of the Prime Minister’s role has been codified through legislation, such as Law No. 400/1988 and Legislative Decree No. 303/1999, and emergencies, such as the pandemic, and the implementation of the National Recovery and Resilience Plan (PNRR), which have endowed the Prime Minister with extensive powers. Proposals for constitutional reform aimed at introducing the direct election of the Prime Minister raise questions about maintaining institutional balances and the potential transformation of parliamentary democracy into a democracy of investiture. While acknowledging the value of stability in government action, the study emphasizes the risks associated with mechanisms of hyper-rationalization and the importance of preserving the flexibility inherent in the current parliamentary system.