Il Parlamento ha adottato una risoluzione con la quale respinge – “nella sua formulazione attuale” -la posizione comune del Consiglio europeo in merito al quadro finanziario 2007-2013. I deputati deplorano i tagli proposti ai fondi destinati alla competitività, alla crescita e all’occupazione, così come quelli previsti per la cittadinanza e la sicurezza. Tuttavia, è espressa la volontà di avviare negoziati costruttivi, difendendo la posizione molto più generosa presa a giugno dal Parlamento. Con 541 voti favorevoli, 56 contrari e 76 astensioni, il Parlamento ha adottato una risoluzione con la quale respinge, “nella sua formulazione attuale”, l’accordo sulle prospettive finanziarie cui è giunto il Consiglio europeo di dicembre. Esso, infatti, non garantisce un bilancio UE “che rafforzi la prosperità, la competitività, la solidarietà, la coesione e la sicurezza”, conformemente alle politiche già decise dallo stesso Consiglio. Inoltre, non onora gli impegni presi nei confronti dei nuovi Stati membri e non offre un meccanismo di flessibilità “adeguato e dettagliato”, né un fermo impegno di revisione con un ruolo chiaro del Parlamento europeo o sufficienti misure di accompagnamento volte, per esempio, a garantire un’attuazione e un controllo migliori delle spese degli Stati membri. Il Parlamento disapprova, in particolare, la “la riduzione inaccettabile” degli impegni destinati a competitività, crescita e occupazione, “nonostante l’importanza accordata da tutte le Istituzioni dell’UE alla strategia di Lisbona”, nonché i tagli alla rubrica cittadinanza, libertà, sicurezza e giustizia e alla rubrica azioni esterne. E’ inoltre rilevato che le conclusioni del Vertice “si incentrano sulle politiche tradizionali” gestite dagli Stati membri invece di porre l’accento su politiche che mettano l’Unione in condizione di far fronte a nuove sfide e di sviluppare il valore aggiunto europeo per i cittadini. E’ poi deplorato che gli Stati membri “combattano per preservare i propri interessi nazionali piuttosto che per promuovere una dimensione europea” e che non siano stati capaci di trattare la questione della riforma del sistema delle risorse proprie. I deputati affermano tuttavia la loro volontà “di avviare negoziati costruttivi con il Consiglio”, sulla base delle rispettive posizioni, “purché la Presidenza austriaca riceva un effettivo mandato negoziale”. La risoluzione, in proposito, afferma la determinazione a difendere gli elementi quantitativi, strutturali e qualitativi della posizione negoziale del Parlamento ed a rafforzare la dimensione europea delle politiche in materia agricola, interna e esterna. Per i deputati, infatti, la posizione negoziale assunta dal Parlamento europeo l’8 giugno 2005 “offre una migliore rispondenza tra priorità politiche e esigenze finanziarie, la modernizzazione del bilancio attraverso una maggiore flessibilità e un miglioramento della qualità di esecuzione”. Il Parlamento, infine, ha incaricato la sua commissione per i bilanci di negoziare di conseguenza l’accordo interistituzionale. Intanto, il 23 gennaio si terrà un primo trilogo tra i Presidenti del Parlamento, della Commissione e del Consiglio. Il mandato negoziale da affidare alla Presidenza sarà discusso il 25 gennaio a livello degli ambasciatori (Coreper). Inoltre, l’Esecutivo presenterà una proposta di accordo interistituzionale il 1° febbraio e la speranza è di trovare un’intesa in tempo per il Consiglio europeo di primavera.
Risoluzione del Parlamento europeo sulla posizione del Consiglio europeo in merito alle prospettive finanziarie e al rinnovo dell’Accordo interistituzionale 2007-2013
Il Parlamento europeo ,
– visto il trattato CE e in particolare il suo articolo 272,
– visto l’Accordo interistituzionale del 6 maggio 1999 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio e il miglioramento della procedura di bilancio(1) e in particolare il suo punto 26,
– visti le comunicazioni della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo del 26 febbraio 2004 “Costruire il nostro avvenire comune: Sfide e mezzi finanziari dell’Unione allargata 2007-2013” COM(2004)0101 e del 14 luglio 2004 “Prospettive finanziarie 2007-2013” (COM(2004)0487) nonché il documento di lavoro della Commissione del 12 aprile 2005 “Adeguamenti tecnici alla proposta della Commissione per il quadro finanziario pluriennale 2007-2013” SEC(2005)0494,
– vista la sua risoluzione dell’8 giugno 2005 sulle sfide e i mezzi finanziari dell’Unione allargata nel periodo 2007-2013(2) ,
– vista la sua risoluzione dell’1 dicembre 2005 sull’Accordo interistituzionale sulla disciplina di bilancio e il miglioramento della procedura di bilancio(3) ,
– visto l’articolo 54 del suo regolamento,
A. considerando che il Consiglio europeo del 15 e 16 dicembre 2005 ha adottato le conclusioni concernenti le prospettive finanziarie 2007-2013,
B. considerando che l’attuale Accordo interistituzionale sulla disciplina di bilancio e il miglioramento della procedura di bilancio scadrà, in linea di principio, nel 2006 e che un nuovo accordo o una proroga dell’attuale potranno essere definiti solo se concordati da Parlamento europeo, Consiglio e Commissione,
C. considerando che, in mancanza di prospettive finanziarie, l’articolo 272 del trattato prevede bilanci annuali,
D. considerando che il bilancio per il 2006, ultimo esercizio delle attuali prospettive finanziarie, ammonta all’1,093% dell’RNL dell’UE in stanziamenti di impegno per 25 Stati membri,
E. considerando che le conclusioni del Consiglio europeo, adottate il 15 e 16 dicembre 2005, prevedono un dato medio dell’1,045% dell’RNL dell’UE in stanziamenti di impegno per 27 Stati membri nell’ambito del bilancio UE, con stanziamenti d’impegno complessivi pari a 862,363 miliardi di euro,
F. considerando che la posizione negoziale assunta dal Parlamento europeo l’8 giugno 2005 assicura una migliore rispondenza tra priorità politiche e esigenze finanziarie, la modernizzazione del bilancio attraverso una maggiore flessibilità e il miglioramento della qualità di esecuzione, con un quadro finanziario di 974,837 miliardi di euro che rappresentano una media pari all’1,18% circa dell’RNL dell’UE in stanziamenti di impegno,
1. rileva che il Consiglio europeo ha finalmente trovato un accordo tra gli Stati membri che consente l’apertura dei negoziati con il Parlamento europeo sulle prossime prospettive finanziarie;
2. nota che le conclusioni del Consiglio europeo si incentrano sulle politiche tradizionali che sono gestite dagli Stati membri invece di porre l’accento su politiche che mettano l’Unione in condizione di far fronte a nuove sfide e di sviluppare il valore aggiunto europeo per i cittadini; deplora in proposito la riduzione inaccettabile degli impegni destinati a competitività, crescita e occupazione, nonostante l’importanza accordata da tutte le istituzioni dell’UE alla strategia di Lisbona, nonché i tagli apportati alla rubrica cittadinanza, libertà, sicurezza e giustizia e alla rubrica azioni esterne; deplora inoltre che gli Stati membri combattano per preservare i propri interessi nazionali piuttosto che per promuovere una dimensione europea e che non siano stati in grado di affrontare l’importante questione della riforma del sistema delle risorse proprie;
3. ricorda che le conclusioni del Consiglio europeo – le quali talvolta fanno riferimento a norme estremamente specifiche nell’ambito di programmi di spesa – non possono prevalere sui poteri conferiti al Parlamento europeo in quanto ramo dell’autorità legislativa e di bilancio e insiste per svolgere pienamente il proprio ruolo parlamentare nella definizione delle politiche, delle loro riforme e dei loro bilanci;
4. respinge le conclusioni del Consiglio europeo nella loro formulazione attuale perché non garantiscono un bilancio UE che rafforzi la prosperità, la competitività, la solidarietà, la coesione e la sicurezza per il futuro, conformemente alle politiche già decise dal Consiglio stesso, non onora gli impegni assunti nei confronti dei nuovi Stati membri e non prevede un meccanismo di flessibilità sufficiente e dettagliato, un fermo impegno a intraprendere la revisione dotando il Parlamento europeo di un ruolo chiaro, o soddisfacenti misure di accompagnamento, al fine di garantire una attuazione e un controllo migliori della spesa di fondi negli Stati membri;
5. sottolinea l’importanza accordata ad un maggiore livello di flessibilità;
6. ribadisce la sua posizione espressa nella summenzionata risoluzione dell’8 giugno 2005 e incarica la sua commissione per i bilanci di negoziare di conseguenza l’accordo interistituzionale;
7. è pronto ad avviare negoziati costruttivi con il Consiglio sulla base delle rispettive posizioni purché la Presidenza austriaca riceva un effettivo mandato negoziale; è determinato a difendere gli elementi quantitativi, strutturali e qualitativi della sua posizione negoziale e a rafforzare la dimensione europea delle politiche in materia agricola, interna ed esterna;
8. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio.