Dall’imago Dei al riconoscimento reciproco. L’evoluzione del concetto di dignità umana alla luce della difesa della libertà religiosa

Professore associato di Istituzioni di diritto pubblico, Dipartimento di Giurisprudenza – Università degli Studi di Torino

Abstract

Se consideriamo la relazione tra l’asserzione della dignità umana, in generale, e l’affermazione dei singoli diritti umani o fondamentali nei più importanti strumenti giuridicinazionali e internazionali, sorge l’impressione che la dignità umana svolga la funzione di una sorta di fondazione ontologica di tutti i diritti positivi. Tale affermazione, tuttavia, è tutt’altro che ovvia. Al contrario, la capacità del concetto di dignità umana di fornire il necessario trait d’union tra il corpus dei diritti umani e le condizioni pregiuridiche di un’interazione umana pacifica e reciprocamente rispettosa dipende largamente da come esso venga interpretato. Il primo passo dell’analisi consisterà pertanto in alcune riflessioni su che cosa significhi “dignità umana”, in particolare se essa indichi un “valore”, un “principio” oppure un “diritto”, e se ad essa vada attribuita una dimensione soltanto “formale” o “sostanziale”. Una volta stabilito che la dignità umana non può accontentarsi di una definizione meramente formale, ne verrà esplorata la più influente interpretazione sostanziale, secondo la quale la dignità affonda le radici nella tradizione religiosa, analizzando, in particolare, se se tale approccio possa fornire una valida fondazione ontologica della libertà religiosa, intesa, pars pro toto, come banco di prova dell’applicazione del concetto analizzato. Nella misura in cui la risposta è negativa, si passerà a discutere quale alternativa principale al concetto religioso di dignità umana possa essere individuata per giustificare la libertà religiosa e, indirettamente, l’insieme dei diritti umani. Poiché anche l’alternativa “laica” alla dignità umana è affetta da gravi carenze, ci si chiederà, da ultimo, se un diverso concetto di dignità, e la sua possibile riconciliazione con la nozione di autonomia, non possa aiutarci a individuare un valido percorso di uscita dal doppio dilemma, costituendo per un verso l’elemento comune a tutti i diritti e, per l’altro, un valido fondamento anche della libertà religiosa.

If we consider the relation between human dignity, on the one hand, and human or fundamental rights, on the other, within the most important national and international legal instruments, human dignity seems to play the role of a kind of ontological foundation of all positive rights. This impression, however, is far from self-evident. To the contrary, the capacity for the concept of human dignity to be the link between the positive catalogues of human rights and the pre-positive conditions for a peaceful social interaction, characterized by mutual recognition, depends largely on how the notion is defined. The first step of the inquiry consists, thus, in addressing the question on what is the meaning of “human dignity”: is it a “value”, a “principle”, or a “right”? And, furthermore, should it be regarded as having just a “formal”, or rather a “substantial” dimension? After assessing that human dignity cannot be properly defined only in formal terms, the contribution will move on to the analysis of the most influential “substantial” conception of human dignity, which is rooted in the religious tradition, asking in particular whether this conception can deliver a convincing ontological foundation of religious freedom, understood as a test for a general assessment of the religiously-based vision. Being the evidence negative, I will discuss the “secular” alternative for the justification of religious freedom and, beyond this, of all human rights. Since also the “laical” alternative, which refrains from the use of “human dignity” and concentrates on “autonomy”, is itself affected by several deficits, I will stress, at the end of the contribution, a different concept of “human dignity” that, through its reconciliation with “autonomy”, can possibly pave the way to a solution that guarantees a valid ontological foundation for all rights, included religious freedom.

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