Sfruttamento lavorativo e caporalato in Italia: la profughizzazione del lavoro in agricoltura e il caso dei braccianti indiani dell’Agro Pontino

Sociologo e ricercatore centro studi Eurispes

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Abstract

Ita

Lo sfruttamento lavorativo e l’intermediazione illecita sono fenomeni trasversali nel mercato del lavoro e diffusi nel Sud come nel Nord del Paese. Questo processo, ormai sistemico, incontra narrazioni contraddittorie in relazione anche alla sua mediatizzazione, la quale rappresenta a volte in modo fuorviante il fenomeno criminale contribuendo a rafforzare stereotipi diffusi. Nel corso negli ultimi anni, risultano evidenti due aspetti del fenomeno criminale che possono essere considerati originali ed è su di essi che si concentrerà il presente saggio. Il primo riguarda la profughizzazione dei migranti con riferimento al loro impiego nel settore agricolo. Ciò è determinato dalla ricerca, in seno al mercato del lavoro immigrato agricolo, di coloro che sono considerati i più fragili socialmente e giuridicamente all’intermediazione illecita e allo sfruttamento lavorativo. Questo fenomeno ha subito una notevole accelerazione in seguito all’approvazione e applicazione del decreto Sicurezza convertito nella legge 132/2018. Altro fenomeno riguarda il caso specifico della comunità indiana dell’Agro Pontino che per caratteristiche, dimensione e articolazione nell’ambito dell’impiego di manodopera bracciantile straniera, risulta essere originale. Tale carattere deriva dall’essere una comunità vasta sotto il profilo quantitativo, stabilmente insediata nel territorio pontino, caratterizzata da uno sfruttamento diffuso e non occasionale, organizzato in un’area considerata tradizionalmente esente da questo genere di fenomeno o almeno lontana rispetto ad aree in cui caporalato e sfruttamento sono considerati endemici, da uno sfruttamento organizzato all’interno di pratiche e comportamenti che il legislatore ha normato e, infine, dall’essere pro-attiva, tanto da avere avviato iniziative di liberazione dallo sfruttamento mediante azioni sociali, sindacali, mediatiche e politiche.

En

Labour exploitation and illegal intermediation are now transversal phenomena in the Italian labour market and they are widespread in the South as well in the North of the country. By now, this process has become almost systemic and its paths seem to be strictly related to its mediatisation. Indeed, the media often misrepresent the criminal phenomenon, helping to strengthen widespread stereotypes. In recent years, this criminal phenomenon has shown two aspects in particular, which can be considered original, and on which the present essay will focus. The first concerns the refugee status of migrants with regard to their employment in the agricultural sector. This study investigates precisely the refugee status of those who are the most fragile and exposed – both socially and legally – to illicit intermediation and labour exploitation, within the agricultural immigrant labour market. This phenomenon has undergone a considerable acceleration following the approval and application of the Security Decree converted into Law no. 132/2018. Another phenomenon concerns the specific case of the Indian community of Agro Pontino, which is undoubtedly original, due to its characteristics, size and articulation in the employment of foreign labourers. In fact, it is a numerically vast and permanently settled community in the Pontine territory, an area considered traditionally free from this kind of phenomenon – or at least far from areas where labour exploitation is considered endemic -. Yet, the Indian community of the Agro Pontino is a victim of widespread and not occasional exploitation, organized within practices and behaviors that the legislator has already regulated also from an administrative point of view. Finally, it should be noted that the community itself is actively at the forefront of initiatives against labour exploitation through trade unions, media, social and political actions.

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