Il Consiglio dei Ministri dell’8 febbraio scorso ha approvato, su proposta del Ministro per i Diritti e Pari Opportunità e del Ministro delle Politiche della Famiglia, un disegno di legge in materia di ‘Diritti e doveri delle persone stabilmente Conviventi (DICO)’. Scopo del provvedimento: tutelare i soggetti più deboli nella convivenza, superando disparità e disuguaglianza tra cittadini. Il disegno di legge chiarisce i diritti e i doveri delle persone, anche dello stesso sesso, che hanno dato vita a convivenze stabili, legate da vincoli affettivi, di solidarietà e reciproca assistenza. Le uniche limitazioni sono riferite all’esistenza di vincoli matrimoniali, di parentela in linea retta entro il primo grado, affinità in linea retta entro il secondo grado, adozione e simili. Viene escluso che la legge si applichi a chi coabiti in forza di un rapporto di lavoro. I diritti riconosciuti e attribuiti dal disegno di legge, e i conseguenti doveri, discendono dalla situazione di convivenza, provata con certificazione anagrafica. I diritti immediatamente esercitabili sono:l’assistenza in caso di malattia o ricovero dell’altro convivente; la possibilità di prendere decisioni in materia di assistenza sanitaria o in caso di morte; la riduzione dell’imposizione fiscale in caso di successione testamentaria. I diritti legati ad una durata minima della convivenza, variamente determinata, sono: la possibilità di successione legittima; le agevolazioni in materia di lavoro; la possibilità di subentro nel contratto di locazione in caso di morte o di cessazione della convivenza. Nel rispetto dell’art. 29 della Costituzione e nella linea già tracciata dalla giurisprudenza costituzionale, il disegno di legge non prevede alcun nuovo istituto giuridico o strumento amministrativo che possa ledere i diritti della famiglia o prefigurare istituti paramatrimoniali.