All’apertura dell’udienza pubblica del 25 marzo 2003, il Presidente della Corte costituzionale Riccardo Chieppa ha reso, a titolo personale, la seguente dichiarazione: «Permettetemi una considerazione, come più anziano di età nel Collegio e quasi sicuramente il più vecchio tra i presenti, come appartenente ad una generazione che ha visto, nel secolo scorso dopo le ferite della prima guerra mondiale non ancora – negli anni venti – rimarginate, ben tre guerre negli anni 1930 e 40, spettatore immediato di bombardamenti, di distruzioni, di morte, di famiglie disperate nella incertezza della sorte dei propri cari e poi della loro immatura scomparsa.
La guerra è una violenza che non può servire da sola a risolvere conflitti; violenza chiama violenza e terrore, ha sempre provocati e scatenato tanti orrori, deportazioni, stermini anche quelli razziali, che sono altrettanti delitti contro l’uomo e l’umanità intera.
Ricordo grato le centinaia di migliaia di militari che nell’ultima guerra hanno compiuto il loro dovere con il sacrificio della vita, compresi a ben ragione quelli degli eserciti angloamericani per la liberazione dell’Europa. Ricordo tutti gli innocenti civili vittime della guerra, degli inqualificabili odi razziali, e tutti coloro che sono caduti sotto i bombardamenti. Ricordo tutte le vittime del terrorismo e delle dittature recenti e meno recenti (tutte con le stesse radici di disprezzo della persona umana).
Tutti, militari e civili, di ogni nazione, religione, ceto e razza, hanno lasciato un messaggio di anelito alla pace, di fratellanza, di rispetto dei diritti inviolabili dell’uomo e di conciliazione, raccolto dai governanti nell’immediato dopoguerra con la creazione di un ordinamento internazionale tra le nazioni.
Un augurio che il conflitto armato e le sofferenze finiscano presto.
Vi chiedo, dopo aver riletto l’art. 52, primo comma, e l’art. 11 della nostra Costituzione, un minuto di silenzio e di meditazione sul grave conflitto in Iraq che mette in pericolo la pace e la convivenza dei popoli:
“La difesa della Patria è un sacro dovere del cittadino” (noi siamo anche cittadini europei!).
“L’Italia ripudia della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”».