ACLU v. Clapper: una nuova stagione per il right to privacy?

Dottore di ricerca in Filosofia del diritto – Università degli Studi “Roma Tre”

Il presente scritto esamina la pronuncia ACLU v. Clapper del Second Circuit dello scorso 7 maggio 2015, la quale ha dichiarato l’illegittimità del “Bulk Telephony Collection Program” per eccesso di limiti previsti dal § 215 FISA. Sebbene la pronuncia accolga le sole censure fondate sulla contrarietà alle norme di legge, essa percorre alcuni passaggi fondamentali dell’evoluzione del concetto di privacy nell’era della sorveglianza elettronica.

This paper examines the recent case ACLU v. Clapper, decided by the Second Circuit on the 7th May 2015, which held that the “Bulk Telephony Collection Program” was illegitimate under § 215 FISA. The judgment mostly focused on statutory claims.
However, the decision seems to be even more important since the arguments adopted highlight a changing appreciation of the importance of the right to privacy in the surveillance society.


Il contesto di riferimento

Una recente pronuncia dello scorso 7 maggio della US Court of Appeals, Second Circuit[1], potrebbe mutare sensibilmente gli orizzonti dell’attuale dibattito sulla sorveglianza elettronica negli Stati Uniti[2].

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