La Costituzione dello Stato e i partiti politici: l’attualità del noto saggio di Heinrich Triepel*

Professore ordinario di Diritto costituzionale – Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara

Abstract

Partendo dall’analisi del noto saggio di Heinrich Triepel sui partiti politici l’articolo analizza le importantissime trasformazioni storiche, istituzionali e giuridiche occorse durante la transizione dal regime liberale alla democrazia di massa, soffermandosi in particolare sulle fondamentali reciproche interferenze tra diritto e politica nell’evoluzione storica della forma di Stato in Europa.

Moving from the famous essay on political parties written by Heinrich Triepel, this article deals with the important historical, institutional and legal transformation during the transition from liberal State to mass democracy, especially analyzing fundamental relationship between law and politics in European historical perspective.


 

Sommario: 1. Premessa. La crisi del regime liberale. – 2. Stato e struttura sociale, diritto e politica nella tradizione giuspolitica weimariana. – 3. La Costituzione e la questione della regolamentazione giuridica dei partiti politici. – 4. Il declino del parlamentarismo liberale e l’incerto affermarsi della democrazia di massa.

Premessa. La crisi del regime liberale

Da una lettura attenta del celebre saggio di Heinrich Triepel sui partiti politici è il contrappunto tra questi e lo Stato che, nella espressione “Staatsverfassung”, emerge come questione centrale. Nella notissima voce per l’Enciclopedia del diritto sui partiti politici, non a caso, Paolo Ridola[1] colloca questo saggio “alle origini della moderna problematica costituzionale dei partiti politici”, in un‘epoca storica che, con la crisi del regime liberale e l’avvento dei partiti di massa, si caratterizzerà per le più profonde trasformazioni occorse all’idea stessa di rappresentanza politica. L’assunzione della rappresentanza quale oggetto di analisi portò, quindi, la riflessione della più attenta cultura giuspolitica ad interrogarsi sui riflessi istituzionali e, quindi, costituzionali delle trasformazioni in atto. Per tacere delle radicali conseguenze che l’evoluzione della composizione e del ruolo della rappresentanza politica nello Stato costituzionale avrebbe determinato con riferimento allo stesso ordinamento giuridico ed al sistema delle fonti. Basterebbe richiamare alla memoria l’evoluzione della concezione della “legge” che, a partire dalla Costituzione di Weimar del 1919, si rivelerà strumento di trasformazione della forma di Stato dal regime liberale allo Stato democratico rappresentativo, tanto nei rapporti autorità/libertà quanto nella stessa organizzazione del sistema delle istituzioni statali.

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