Competenza legislativa regionale e riproposizione di norme abrogate per via referendaria: il caso dei servizi pubblici locali

Abstract

Dopo la riforma del titolo V della Costituzione, le Regioni hanno sempre reclamato la sussistenza di una propria competenza in materia di gestione dei servizi pubblici locali. La Corte Costituzionale ha, da tempo, affermato la competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela della concorrenza e la competenza delle regioni in materia di gestione dei servizi pubblici locali. Tuttavia, non di rado, le due competenze entrano in conflitto. La Corte Costituzionale, ha ritenuto solo apparente il conflitto, riconoscendo la potestà normativa regionale, ma solo allorquando è rivolta ad accentuare il livello di tutela della concorrenza regolamentato dallo Stato.

Altri importanti problemi (ri)affrontati di recente dalla Corte Costituzionale, attengono alla sorte del ricorso allorquando, nelle more del giudizio, intervengono modifiche al testo normativo sottoposto al suo vaglio, nonché la sussistenza o meno di una competenza legislativa volta a reintrodurre una norma abrogata per via referendaria. La Corte, nel primo caso, ha ritenuto permanere la propria competenza a decidere nel caso in cui le modifiche normative lasciano inalterato l’intentio legis. Nel secondo caso, ha sanzionato l’intervento legislativo volto ad aggirare gli effetti referendari, stabilendo che tale divieto permane fino al mutamento del quadro politico e delle circostanze di fatto presenti al momento dell’abrogazione per via referendaria. Con ciò facendo, la Corte, ha evidenziato la rilevanza costituzionale degli strumenti di democrazia diretta e il divieto di aggirarli con l’esercizio della potestà legislativa.

After the reform of Title V of the Italian Constitution Regions have always claimed the existence of its own competence in the management of local public services. The Constitutional Court has, for some time, said the responsibility of the State for the protection of competition and the competence of the regions in the management of local public services. However, not infrequently, the two powers clash. The Constitutional Court has considered only the apparent conflict, recognizing the regional legislative powers, but only when it is directed to enhance the level of protection of competition regulated by the state.

Other important issues (re) addressed recently by the Constitutional Court, relate to the fate of the appeal when, in the course of proceedings, changes occur in the regulatory text submitted to it for examination, and the existence or not of a legislative competence to reintroduce a provision repealed by referendum. The Court, in the first case, decided to remain the jurisdiction to decide if the regulatory changes leave intact the intentio legis. In the second case, sanctioned legislative action designed to circumvent the effects of the referendum, stating that this prohibition continues until the change in the policy framework and the facts present for the repeal by referendum. By so doing, the Court emphasized the constitutional importance of the instruments of direct democracy and to get around the ban by the exercise of legislative power

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