Abstract
L’Autrice si propone di esaminare le ragioni del recente successo della nozione di dignità nell’argomentazione giudiziale delle corti costituzionali e supreme. Dopo aver illustrato alcuni usi della nozione di dignità umana che hanno assunto particolare rilevanza nella giurisprudenza costituzionale recente – quali il riferimento della dignità a gruppi e minoranze e la sua frequente associazione all’autodeterminazione individuale ed al diritto alla riservatezza – il saggio si propone di approfondire le ragioni che inducono le corti a preferire il ricorso alla dignità rispetto a parametri talora più pertinenti per la soluzione del caso o rispetto a principi quali l’eguaglianza. L’Autrice osserva che il successo della dignità non deve tuttavia indurre a ravvisare in essa i fondamenti di un diritto costituzionale universale.
The Author aims at analyzing the reasons of the success of the notion of “human dignity” in recent judicial discourse of constitutional and supreme courts. The essay describes some frequent applications of human dignity in constitutional case law – such as dignity as a quality of minorities and groups or its association with individual self-determination and privacy – and then it focuses on the reasons why the courts argue on the basis of dignity instead of other fundamental rights or equality. The Author finally argues that the success of dignity should not suggest its interpretation as the foundational principle for a universal constitutional law.