Il che ricordo io, per avere avvertito, quanto facilmente alcuni giudici, avvezzi al despotismo nell’esercizio del lor ministero, inclinino alla libertà di giudicare, come sembra più equo e giusto al loro cervello, scansando perciò con varj raziocinj immaginarj la briglia delle leggi regnanti. Ha il principe da esigere con forza, che sieno rispettate ed eseguite le sue costituzioni, ed ha da vegliare, che non ne formi delle nuove il capriccio de’ suoi ministri con limitazioni ed ampliazioni arbitrarie, cioè non fondate sopra l’intenzione chiara, e non sognata, d’altre leggi»