Abstract
Se Internet è diventata quello che è, lo deve a chi, partendo con molte idee e poche risorse, ha saputo sfruttare le capacità espansive offerte dalla rete. Il saper innovare dei giganti della rete va rispettato e ancora favorito, ma la domanda è: come garantire che l’ingresso rimanga aperto per altri soggetti che ne ripetano la storia, e di nuovo con poche risorse e molte idee si mettano in campo, innovando l’offerta di servizi e di contenuti?
La formula magica è net neutrality.
Il lavoro parte dalla nozione di net neutrality per poi interrogarsi su tre questioni di fondo. È necessaria una norma imperativa a garanzia della neutralità della rete? In caso di risposta positiva, quale è il soggetto chiamato a porla? E, infine con quali contenuti?
L’Autrice individua nelle situazioni giuridiche soggettive coinvolte, e principalmente nel diritto a essere informati di noi utenti finali, il parametro per rispondere agli interrogativi suindicati.
Il percorso argomentativo perviene alla conclusione che qualsivoglia disciplina, una combinazione di norme imperative con regole consensuali, si voglia dare alla net neutrality questa dovrà avere il suo centro nella persona accolta nella sua completa dimensione costituzionale e al tempo stesso dovrà riservare la capacità trasmissiva e innovativa della rete non solo a chi già c’è, ma anche a chi verrà, perché le generazioni future hanno il nostro stesso diritto di intrapresa economica e di crescita interiore.
If the Internet has become what it is, this is due to those who, starting with many ideas and few resources, have been able to exploit the capabilities offered by the expansive network. The ability to innovate of the network giants must be respected, and still supported, but the question is how to ensure that the network remains open to new entrances who may repeat the story and again, with few resources and a lot of ideas, offer new services and content.
The magic formula is net neutrality.
This paper starts from the notion of net neutrality and then poses three basic questions. Is a mandatory rule necessary to guarantee net neutrality? If so, who should be in charge to establish it? And, finally, what features should be assigned to it?
The author identifies in the fundamental rights involved, and basically in the right to be informed of the end users, the parameter to respond to the above questions.
The reasoning comes to the conclusion that any discipline, laid down for the net neutrality, combining mandatory provisions with consensual rules, will have to focus in the person, meant in his full constitutional dimension. Furthermore, such discipline will have to reserve the transmission capacity and the innovative features the network not only to the existing, but also to feature people. Indeed, future generations must be granted, like us, the right to undertake economic activities and to pursue human goals.