L’INIZIO:
La vicenda, la cui cronaca si intende qui riferire, ha avvio nel pomeriggio dell’8 ottobre 2007, quando il segretario della neonata formazione politica denominata “La Destra”, Francesco Storace, convoca una conferenza stampa per comunicare di aver presentato, il giorno prima, un disegno di legge volto ad «abolire i senatori a vita» per «eliminare un’anomalia tutta italiana presente nella struttura del nostro ordinamento costituzionale»[1]. Il ddl – ha cura di precisare il senatore – si compone di due articoli: il primo stabilisce l’abrogazione dell’articolo 59 della Costituzione. Il secondo, che i senatori a vita in carica alla data di entrata in vigore della legge mantengano, salva espressa rinuncia, le prerogative della carica ed i diritti inerenti alle loro funzioni. «L’ambiguità dell’istituto dei senatori a vita» spiega Storace «sta emergendo a causa della loro eccessiva responsabilizzazione politica. Il continuo soccorso al governo, “la stampella”, li degrada a parlamentari organici alla maggioranza. Mentre il senatore a vita, proprio in quanto di nomina presidenziale, dovrebbe essere super partes». Traendo spunto da questa accurata analisi, lo stesso Storace informa che «intanto, i giovani della Destra» stanno recapitando a casa dei senatori a vita delle stampelle.