1. L’attesa pronuncia della Corte in materia di procreazione assistita ha colpito la legge n. 40 del 2004 nel suo punto più debole : l’imposizione di un unico protocollo da applicare rigidamente a tutte le pazienti, tale da escludere ogni e qualsiasi valutazione del medico in ordine alla sua adeguatezza rispetto al caso, ovvero alla capacità di provocare una gravidanza nel rispetto della salute della donna.
Rinviando ad altra sede le riflessioni che la sentenza n. 151 del 2009 ispira con riguardo al funzionamento della nostra democrazia, vale la pena soffermarsi sul suo significato più immediato e sugli effetti che essa esplica nella materia della PMA.