ABSTRACT
Lo scritto, muovendo da una ricostruzione delle ragioni storiche del bicameralismo perfetto italiano (riconducibili all’esigenza di ampliare i “luoghi” e i “modi” attraverso i quali potesse esprimersi la rappresentanza politica nazionale, nonché alla preoccupazione di dotare l’ordinamento di un quadro procedurale che assicurasse la maggiore ponderazione possibile dell’indirizzo politico di maggioranza), mette in luce come l’attuale crisi del Parlamento non dipenda dalla presenza di due Camere dotate dei medesimi poteri.
Lo svilimento della forma di governo parlamentare prevista dal dettato costituzionale è invece il frutto di una esaltazione del ruolo del Governo impostosi in via di prassi (nonostante la ricorrente “lamentela” secondo cui nel nostro ordinamento, se non si cambia il dettato costituzionale, sono destinati ad operare solo Governi “deboli”) e dell’assenza di rappresentatività delle Camere dovuta alla legge elettorale vigente (c.d. porcellum), in ragione della quale i deputati e i senatori non sono selezionati dagli elettori ma fiduciari dei loro capi-partito, che ne influenzano l’attività.
Il problema che si impone con urgenza nel nostro ordinamento è dunque la rivitalizzazione dell’organo parlamentare che passa esclusivamente dal superamento dell’attuale, vergognoso sistema elettorale. Una volta che si riuscisse a ritornare ad una funzione genuinamente rappresentativa delle Assemblee elettive, sarebbe probabilmente utile al rilancio del Parlamento italiano correggere l’attuale bicameralismo partendo da una Camera delle Regioni, portando così a degno completamento il coraggioso disegno regionalistico dei Costituenti (al quale nemmeno il modello proposto dalla Lega Nord nel nome addirittura del “federalismo”, peraltro mai concretizzatosi in Italia, si avvicinava).
La proposta attualmente in discussione al Senato di ripensamento del bicameralismo con riguardo al procedimento legislativo è una proposta di modifica “minimale” dell’attuale assetto costituzionale, probabilmente inutile al fine di una semplificazione e velocizzazione dell’iter legis, che, ove fosse approvata, produrrebbe piuttosto un rafforzamento delle prerogative dell’Esecutivo da usare in Parlamento, senza tuttavia variare nella sostanza la struttura organizzativa delle Camere e l’attuale sistema bicamerale.
The essay, starting from a reconstruction of the historical reasons of the Italian perfect bicameral system (which are referable to the need to expand the “places” and “ways” by which the national political representation could express itself, as well as to the concern to provide the Italian legal order with procedures ensuring the best assessment of the majority’s policies), highlights that the current crisis of Parliament does not depend on the presence of two Chambers exercising identical functions.
On the contrary, the crisis of the parliamentary form of government provided for by Italian Constitution is the result of a strengthening of the Government’s role in the practice (despite the recurring “complaint” that in the Italian system, unless you change the Constitution, there can only be “weak” Governments) and of the lack of representativeness of the Chambers due to the electoral law in force (the so-called porcellum), by reason of which Deputies and Senators are not chosen by voters, but are selected by their party leaders, who influence their activity.
Therefore the Italian legal system needs an urgent revitalization of Parliament through the change of the current shameful electoral system. After having ensured the representativeness of the elected Assemblies, it would probably be useful, in order to relaunch Italian Parliament, to correct the bicameral system starting from the provision for a Chamber of Regions, thus bringing to completion the regionalistic design of the Constituent Assembly (the model proposed by the Lega Nord, even in the name of “federalism”, which however has never materialized in Italy, did not get near that design).
The proposal currently being debated in the Senate to reconsider the bicameral system with reference to legislative procedures is a proposal of “minimal” amendment of the constitutional framework, probably useless in order to simplify and quicken the legislative process. This project, if approved, would strengthen the prerogatives of the Executive to be used in Parliament, without determining a substantive change of the organizational structure of the Chambers nor of the bicameral system.