Il 16 gennaio la Corte costituzionale è stata convocata per decidere sui tre quesiti referendari. Nonostante il vento della politica spiri al contrario, molte voci in ambito accademico hanno manifestato dubbi sulla ammissibilità. In due seminari svolti a Roma – il primo presso la Facoltà di Scienze politiche (organizzata dal Preside Fulco Lanchester), il secondo nella sede di Astrid (l’associazione presieduta da Giuliano Amato e da Franco Bassanini) – una maggioranza di colleghi costituzionalisti si è pronunciata criticamente sull’esito del giudizio, in base a considerazioni diverse e diversamente motivate. Sulla stampa quotidiana e nel dibattito pubblico – salvo eccezioni, che si vanno però estendendo – sembra prevalere invece la convinzione che la questione sia esclusivamente politica e che la Corte dovrà alla fine necessariamente ammettere i tre quesiti. Qualcuno è perfino giunto a sostenere che la richiesta alla Corte di valutare criticamente i quesiti, non dando per scontato un esito dai suoi fautori tanto annunciato quanto desiderato, costituisse una inammissibile “turbativa” alla serenità del giudizio.