Abstract
La clausola di supremazia statale prevista nell’art. 31 del progetto di revisione in esame è espressione, in astratto, di un’esigenza costituzionalmente rilevante e, per certi versi, doverosa. Tuttavia, cercheremo di mostrare come, in concreto, sia fondato il rischio per cui la clausola in oggetto, da strumento volto alla tutela dell’unità giuridica ed economica e dell’interesse nazionale, possa debordare dai fini per i quali è stata prefigurata e tramutarsi in meccanismo per il perseguimento dell’indirizzo politico-governativo.
The State supremacy clause established by art. 31 of the Italian Constitution’s revision project now under discussion in the Italian Parliament, is an expression of a significant and compelling constitutional need: the economic and juridical unity of the Italian State. Nevertheless, this paper aims to show the risks connected to the use of the supremacy clause, particularly its transformation into an instrument to pursue the political aims of the Government rather than as a defence of the juridical-economical unity and, more broadly, the national interest.
Sommario: 1. Introduzione: contesto politico-costituzionale di riferimento e delimitazione del campo d’indagine. – 2. La clausola di supremazia statale nel Ddl di revisione costituzionale Renzi-Boschi: le origini. – 3. In mezzo al guado: un procedimento legislativo sbilanciato. – 4. I presupposti di attivazione dell’intervento statale: a) l’astrattezza del concetto di unità giuridica ed economica. – 5. Segue: b) l’ermetismo dell’espressione “interesse nazionale”. – 6. La costituzionalizzazione “amputata”, ovvero sulla misteriosa assenza di proporzionalità, adeguatezza e leale collaborazione. – 7. Si scrive “interesse nazionale”, si legge “indirizzo politico-governativo”: alcune riflessioni critiche conclusive.