Jobs Act: l’incerto equilibrio tra flessibilità e sicurezza

Cultrice di Diritto costituzionale e borsista presso il Dipartimento di Giurisprudenza e Scienze politiche, economiche e sociali dell’Università del Piemonte Orientale “A. Avogadro”.

Abstract

L’articolo analizza in maniera organica il così detto Jobs Act, ampio progetto disegnato dal Governo Renzi che si propone di riformare il mercato del lavoro, seguendo la strada della “flexicurity”, principio di ispirazione europea che suggerisce di coniugare flessibilità e sicurezza al fine di dare una scossa ai livelli di occupazione e all’economia. Tale piano di riforma si compone di due tasselli: il decreto legge n. 34/2014, convertito in legge n. 78/2014, che interviene principalmente sul contratto a termine e sul contratto di apprendistato e un disegno di legge delega al governo, volto a «introdurre misure per riformare la disciplina degli ammortizzatori sociali, riformare i servizi per il lavoro e le politiche attive, semplificare le procedure e gli adempimenti in materia di lavoro, riordinare le forme contrattuali, migliorare la conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di vita». Dunque, a prima vista, o almeno negli scopi, il Jobs Act sembra rispettare la logica secondo la quale la flessibilità nel mondo del lavoro può funzionare e portare a buoni risultati a livello occupazionale solo se affiancata da efficienti politiche attive e passive del lavoro. È, tuttavia, necessario che venga attuato anche il disegno di legge delega: il Jobs Act deve camminare su due gambe, affinché possa percorrere la strada che porta alla flessicurezza e dare vita a una riforma importante.

The article analyzes in a systematic way the so-called Jobs Act, a large project designed by Renzi Government which aims to reform the labour market by following “flexicurity” path such as an European-inspired principle which suggests the combination of flexibility and security in order to give a kick-start to employment and economy levels. This reform plan is composed of two components: the Decree-Law n. 34/2014, converted into Law n.78/2014, which mainly comes in fixed-term and apprenticeship contracts; and the draft law to the government, which aims to «introduce measures able to reform the discipline of social safety nets, the employment services and active policies. Moreover, it aims to simplify procedures and requirements related to employment, to reorder contractual forms, to improve the reconciliation of work and family life».
So, at first sight, Jobs Act seems to respect the logic that says that the flexibility connected to labor market can function and lead to good results in terms of employment but only if accompanied by effective active and passive job policies. However, it is necessary to implement draft law too: indeed, in order to create a significant reform, Jobs Act has to be able to walk through this flexicurity path thanks to both legs.

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