Questo quaderno deve essere necessariamente ricollegato al numero monografico (n. 2/3 del 1976) de «La questione criminale» dal titolo «Carcere ed emarginazione sociale» che era prevalentemente diretto a ripercorrere le tappe della storia dell’istituzione carceraria moderna e a saldare l’evoluzione del fenomeno carcerario con il movimento reale della società. Per quanto il numero monografico fosse uscito a poca distanza di tempo dall’entrata in vigore della nuova legge italiana sull’ordinamento penitenziario e del relativo regolamento di applicazione, si ritenne che «l’occasione storica – sono parole dell’editoriale – fosse ancora troppo vicina per procedere ad un esame critico e sistematico delle disposizioni in esso contenute e ad un bilancio politico delle innovazioni da esso apportate nelle posizioni giuridiche dei soggetti e nella disciplina istituzionale». Per queste ragioni tale numero monografico – pur presentando una prima serie di contributi sulla recente legge che ripercorrevano il primo (Neppi Modona, Appunti per una storia parlamentare della riforma penitenziaria, p. 319 e ss.) la complessa e politicamente assai istruttiva storia parlamentare della riforma, e gli altri due (Insolera, Legge 26 luglio 1975, n. 354 ed enti locali, p. 409 e ss. e Bricola, L’affidamento in prova al servizio sociale: «fiore all’occhiello» della riforma penitenziaria, p. 373 e ss.) due problemi giuridico-politici che qualificano la legge – ne rinviava l’esame sistematico ad un momento successivo, con l’ausilio dell’esperienza dei primi momenti di attuazione e dell’effettività, ancor più significativa in un settore qual è quello dell’ordinamento penitenziario.