I diritti sociali al tempo della crisi economica

Ricercatrice confermata di Diritto costituzionale – Università “La Sapienza” di Roma

Abstract

I diritti sociali più degli altri diritti sembrano soffrire la crisi economica. Il Governo legittimato dalla condizione di emergenza economica ha adottato provvedimenti che sacrificano i diritti o ne restringono le tutele. Il diritto alla previdenza, la tutela della salute e dell’occupazione hanno maggiormente risentito di questa contrazione.
Il sacrificio o il contenimento di tali diritti non sembra in linea con i contenuti della Costituzione. Quest’ultima, infatti, vede proprio nel diritto al lavoro e nel superamento degli ostacoli all’uguaglianza il suo fondamento. Il contenimento della spesa pubblica e i vincoli economici, che pure sono interessi costituzionalmente previsti, in un bilanciamento non possono essere considerati come omogenei e confrontabili. Questa tesi sembra ormai minoritaria: sempre più spesso prevale nel bilanciamento un’idea di gradualità dei diritti, così come si riaffaccia all’orizzonte la tesi della programmaticità dei diritti sociali che sembrava ormai superata. La Corte costituzionale ha spesso avallato queste restrizioni delle tutele purché queste facciano salvo il contenuto minimo del diritto stesso, anche se non ha mai dato conto di cosa dovesse intendersi con quest’ultima locuzione.
Per giustificare il sacrificio in termini di tutela dei diritti si è spesso fatto ricorso alla necessità di garantire le generazioni future, senza però riuscire a conferire loro una natura giuridica certa. La finalità può essere quella della protezione verso soggetti futuri, ma il vincolo giuridico non può che ricadere su chi è in un particolare momento storico titolare di diritti e di doveri.
Dalla crisi si può uscire se si torna alla centralità della Costituzione. Essa infatti propone una visione della società che permette di superare l’impasse attuale: investire sui diritti, impegno che ha già avuto un esito positivo nel secondo dopoguerra e che ha garantito sviluppo e benessere per lungo tempo.

Social rights, more than other rights, seem to suffer from the economic crisis. The government legitimized by the state of economic emergency has taken measures that sacrifice or restrict the rights of protections. The right to social security, health protection and employment were the most affected by this contraction.
The sacrifice or containment of these rights does not seem in line with the contents of the Constitution. The right to work and the principle of equality are the fundaments of the Constitution. The containment of public spending and economic constraint, which are constitutional issues as well, are not comparable and homogenous with the fundamental rights. This argument seems to have less and less support: the idea of “gradual rights” has been increasing as well as the view of programming social rights, that seemed outdated.
The Constitutional Court has often endorsed such restrictions of protections, provided that the “minimum content of the right itself” is safe, even if the Court has never given an account of what is the meaning of it.
To justify the sacrifice of protection of rights has often resorted to the need to protect future generations, without being able to give some legal content to this concept. It would be more appropriate to focus on duties of the present generation.
It is possible to exit from the crisis if we return to the centrality of the Constitution. In fact, it offers a vision of society that allows to overcome the current impasse: to invest on rights is a commitment that had already been successful after the Second World War ensuring development and well-being for a long time.

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