Un fenomeno sembra caratterizzare il diritto del tempo presente. Una trasformazione sta coinvolgendo pienamente e profondamente la scienza costituzionalistica e il suo modo d’essere.
In effetti, si assiste – da ultimo con particolare evidenza – a una progressiva deformalizzazione delle categorie giuridiche, del linguaggio, della sintassi propria dei giuristi. Forse non una pura e semplice perdita delle categorie, del linguaggio o della sintassi del diritto, ma una loro moltiplicazione incontrollata. Il che rischia di produrre – se non ha già prodotto – un’accresciuta difficoltà di dialogo tra cultori della stessa disciplina, ciascuno operante all’interno di un orizzonte di senso diverso da quello degli altri. L’ultimo stadio di questo processo sarebbe evidentemente l’incomunicabilità tra gli studiosi e la necessità di prendere atto che è andata perduta l’unità del proprio statuto disciplinare.