In molti hanno ormai messo in chiara evidenza il ruolo decisivo che può essere esercitato dalle regole della partecipazione entro un sistema democratico. Ricerche individuali o collettive (vedi, da ultimo e per tutti, l’approfondita ricerca Democrazia partecipativa. Esperienze e prospettive in Italia e in Europa, a cura di Umberto Allegretti, Firenze 2010) hanno ormai evidenziato quanto prezioso sia il “patrimonio” della partecipazione per un sistema democratico meno asfittico. Esso garantirebbe un surplus di dinamicità che nasce dalla capacità di utilizzare i soggetti e le individualità che operano entro la società civile anche per la gestione della cosa pubblica, per il governo politico della società, per il conseguimento degli obiettivi sociali che la nostra Costituzione impone. Insomma, la prospettiva di governo che si qualifica come democrazia partecipativa appare sostenuta con vigore dalla dottrina più aperta al sociale.