1. Le premesse e le promesse. – 2. Accordi interistituzionali e trattati sul rapporto Commissione-PE. – 3. La discussa “designazione” e un’approvazione in contrapposizione istituzionale. – 4. I questionari e le relazioni istituzionali. – 5. Le risposte di Buttiglione. – 6. Le audizioni “regolamentari”. – 7. La valutazione parlamentare. – 8. Uomo avvisato….. – 9. Meglio tardi che mai. – 10. Tanto rumore per nulla? – 11. La morale della …. storia.
1. Le premesse e le promesse
L'”affaire Buttiglione” si è svolto nel Parlamento europeo (di seguito PE) eletto con la più bassa partecipazione al voto, addirittura al di sotto della metà degli aventi diritto, da quando esiste l’assemblea europea [1]. Pur con le dovute cautele in relazione a tassi di partecipazione molto variabili da stato a stato, sia tra quelli fondatori che tra i nuovi entrati, in tale dato può leggersi, da un lato, un’espressione di voto talvolta punitiva per i governi nazionali, dall’altro, una disaffezione per il processo di integrazione europea. Tale lettura sembrerebbe corroborata dal fatto che l’affluenza alle elezioni del 2004 era il parametro proposto dal presidente della Commissione R. Prodi per verificare il gradimento delle politiche comunitarie da parte dell’opinione pubblica [2]. Parametro in base al quale si dovrebbe parlare di crisi dell’euroentusiasmo proprio nell’anno della cosiddetta “Costituzione europea”.